E’ arrivato il via libera definitivo al decreto legge dignità! Dopo aver incassato l’ok dell’Aula di Montecitorio il decreto riceve anche l’ok del Senato. Si completa così l’iter per la conversione in legge del testo. Elenchiamo i principali provvedimenti previsti.
1. Limite ai Contratti a tempo determinato. La durata massima dei contratti a termine si riduce da 36 a 12 mesi ed è innalzabile a 24 mesi con l’apposizione delle c.d. “causali” quali esigenze temporanee e oggettive connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, o relative a picchi di attività stagionali. Il datore di lavoro dovrà quindi giustificare perché assume un dipendente a tempo determinato invece che a tempo indeterminato. Se non vengono indicate le causali dei rinnovi, il contratto si trasformerà automaticamente in stabile! Sono ridotte da 5 a 4 le possibili proroghe e ogni rinnovo a partire dal secondo avrà un costo contributivo crescente dello 0,5%. (gli aumenti contributivi dello 0,5% per i rinnovi dei contratti a termine non si applicheranno ai contratti di colf e badanti). Previsto un periodo transitorio fino al 31 ottobre per l’applicazione delle nuove norme sui contratti a termine già in corso. Nel corso del periodo cuscinetto si potranno applicare le vecchie norme sui contratti a termine in modo da concedere alle imprese il tempo necessario per adeguarsi.
2. Bonus assunzioni fino a 35 anni. Assumere a tempo indeterminato chi ha meno di 35 anni nel 2019 e nel 2020 garantirà uno sconto del 50 per cento sui contributi da versare per i tre anni successivi all’assunzione (con un tetto però pari a 3.000 euro l’anno). Si tratta di una novità introdotta nel decreto per rendere più costosi i contratti a tempo determinato e al contempo rendere più semplici o economici quelli a tempo indeterminato.
3. Aumenta l’indennità di licenziamento. L’indennità che il datore di lavoro deve pagare nel caso di licenziamento illegittimo è stata alzata. Oggi prevede il pagamento di due mensilità per ogni anno di servizio, partendo da un minimo di 4 mensilità, fino a un massimo di 24. Significa che chi viene licenziato in maniera illegittima ha diritto come minimo a 4 stipendi, indipendentemente da quanto ha lavorato, fino a un massimo di 24 stipendi se ha lavorato 12 anni o più. Il decreto alza il minimo a sei mesi e il massimo a 36.
4. Penalizzazioni per chi delocalizza. Il decreto Dignità pone un freno alla delocalizzazione produttiva delle imprese. Le nuove disposizioni prevedono l’obbligo per le aziende che abbiano ottenuto aiuti di Stato per effettuare investimenti produttivi di non trasferire per 5 anni in Paesi extra UE l’attività economica che ha beneficiato del sostegno pubblico. In caso contrario, si avrà la decadenza del beneficio ed è previsto anche il pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria. Alle aziende che hanno ricevuto aiuti di Stato che delocalizzano le attività (anche spostandosi all’interno dell’Unione Europa) prima che siano trascorsi 5 anni dalla fine degli investimenti agevolati arriveranno sanzioni da 2 a 4 volte il beneficio ricevuto. Anche il beneficio andrà restituito con interessi maggiorati fino a 5 punti percentuali. C’è anche una clausola di transizione, per cui per le agevolazioni già in corso le amministrazioni hanno 180 giorni per apportare i necessari adeguamenti alla disciplina.
5. Stop alla pubblicità sui giochi. È blocco totale agli spot sul gioco d’azzardo: dal 2019 il blocco scatterà anche per le sponsorizzazioni e «tutte le forme di comunicazione» comprese «citazioni visive ed acustiche e la sovraimpressione del nome, marchio, simboli». A chi non rispetta il divieto arriverà una sanzione del 5% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità comunque di importo minimo di 50.000 euro. Gli incassi andranno al fondo per il contrasto al gioco d’azzardo patologico. Restano le sanzioni da 100 mila a 500 mila euro per chi viola il divieto durante spettacoli dedicati ai minori. Salve dallo stop le lotterie a estrazione differita, come la Lotteria Italia, e i contratti in essere. Inasprite le multe per chi non rispetta le norme sul divieto di pubblicità di giochi d’azzardo e scommesse. Le sanzioni passano dal 5% al 20% del valore della sponsorizzazione (che comunque al minimo ammontano a 50 mila euro).
6. Sulle slot e sulle lotterie istantanee verrà apposto il messaggio “nuoce gravemente alla salute“, come quello che si legge sui pacchetti delle sigarette per avvisare i giocatori sui rischi dell’azzardopatia
7. Obbligo tessera sanitaria per giocare alle slot. Per tutelare i minori, come già per le sigarette, sarà obbligatorio usare la tessera sanitaria per poter accedere alle slot e agli apparecchi da gioco. Dal primo gennaio 2020 gli apparecchi privi di meccanismi idonei a impedire l’accesso ai giochi ai minori dovranno essere rimossi e la violazione sarà punita con sanzioni pari a 10.000 euro per ciascun apparecchio.
8. Arriva il logo ufficiale “No slot” per i bar. Arriva il logo di Stato ‘no slot’ per i bar, gli esercizi pubblici e i circoli privati che eliminano o si impegnano a non installare apparecchi da gioco. Il logo è istituito presso il ministero dello Sviluppo Economico e sarà rilasciato dai Comuni.
9. Compensazioni debiti/crediti per la pubblica amministrazione. I professionisti e le imprese che vantano crediti con la pubblica amministrazione potranno compensare i propri debiti anche nel 2018.
10. Ulteriori semplificazioni per lo spesometro. I soggetti obbligati alla comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute sono esonerati dall’obbligo di annotazione in apposito registro.
11. Per i benzinai fattura elettronica dal 2019. Il provvedimento ha assorbito il decreto per il rinvio a gennaio 2019 dell’obbligo di fatturazione elettronica per il settore dei carburanti.